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Professionisti della cura del tessile a convegno

22 Ottobre 2024

Indagine su un migliaio di clienti veneti di pulitintolavanderie. Popolazione anziana e sola, cresce la domanda di servizi che facilitino l’attività domestica

6 veneti su 10 hanno portato almeno un capo in lavanderia negli ultimi 6 mesi. La fascia di età 55-64 ha la frequenza più alta di utilizzo:  6,35 volte l’anno

Un’indagine sul servizio di Pulisecco ha fatto emergere uno spaccato della società di oggi. La popolazione sta invecchiando e c’è sempre più bisogno di servizi alla persona, soprattutto per le attività domestiche, tra le più richieste tra gli uomini. Anziani che vivono soli e che per alleviare la solitudine spesso si prendono cura di un animale domestico. In questo senso le Pulitintolavanderie giocano un ruolo da non sottovalutare, perché diventano un punto di riferimento importante per quei clienti che ricercano qualità del servizio, professionalità, attenzione alla sostenibilità. 6 veneti su 10 hanno portato almeno un capo in lavanderia negli ultimi 6 mesi e la fascia di età 55-64 ha la frequenza più alta di utilizzo:  6,35 volte l’anno

Domenica scorsa, alla Torre HTM Hibrid Tower di Mestre, Confartigianato Imprese  Città Metropolitana di Venezia, in collaborazione con Confartigianato Imprese Veneto e con il contributo di Ebav, ha organizzato un convegno per illustrare una ricerca del settore effettuata su un migliaio di utilizzatori di lavasecco (55% donne e 45% uomini).

Per la ricerca sono stati intervistati 1004 utilizzatori di lavasecco, 548 donne (55%) e 456 uomini (45%) rappresentando demograficamente la popolazione Veneta.

Dai dati, illustrati da Anna Miazzo, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato Veneto, è emerso che la maggior parte dei clienti sono pensionati (circa il 30%) oppure impiegati (23%), seguono operai (9%), casalinghe (7%), insegnanti (6%) o liberi professionisti (5%) e che principalmente portano capi «pesanti» (63%) oppure «grandi» (54%).

Inoltre è in aumento la richiesta di lavatrici esclusive per cucce o indumenti per animali, che però sono difficilmente reperibili. L’utilizzo della lavasecco anche per i capi «normali» cresce con l’aumentare dell’età, in particolare per gli uomini.

Uno degli elementi che spingono le persone a rivolgersi alle lavanderie è l’esigenza di rivolgersi a professionisti del tessile e del lavaggio per il 69%, per la fretta (il 15%) o perché , in particolare gli uomini, ritengono eccessivo il carico di lavoro da fare a casa (12%) come lavare, stendere e stirare.

Sono più gli uomini che utilizzano il servizio, soprattutto i giovani o gli anziani che vivono soli.

“Dall’indagine si evidenzia che il consumatore per il 41% ricerca professionalità e gentilezza, affidabilità e attenzione alla sostenibilità, soprattutto nei prodotti utilizzati – ha spiegato la presidente nazionale e regionale di Confartigianato Pulitintolavanderie Carla Lunardon -. Ma il focus che dobbiamo tenere centrato è quello sulla tipologia di clientela, fatta di anziani, single, persone che hanno bisogno non solo di un servizio, ma di relazioni e umanità. Per questo la formazione deve puntare nel nostro settore non solo in tecnologia, innovazione e competenze, ma anche nella comunicazione e nel rapporto con il cliente, sempre più attento alla sostenibilità ecologica sì ma soprattutto sociale, quella che guarda al benessere e alla salute dei lavoratori e del consumatore”.

Il presidente provinciale Carlo Zanin ha però posto il problema sul fatto che la crescita della domanda potrebbe portare ad un aumento di operatori abusivi e non qualificati che praticano concorrenza sleale, anche con servizi aggiuntivi non consentiti.

 A tutela dei veri professionisti è stata illustrata, dall’avvocato Paolo Malaguti, la sentenza dell’8 luglio scorso del Consiglio di Stato che ha stabilito che le lavanderie Self non possono erogare servizi aggiuntivi come stiro, consegne a domicilio o altro, riconoscendo a tutti gli effetti la valenza della disciplina delle pulitintolavanderie che ha introdotto l’obbligo di designare un responsabile tecnico come condizione per aprire una attività sul territorio italiano. “Una vittoria personale e un grande risultato sindacale . Ha concluso Zanin - che sancisce non solo il ruolo del responsabile tecnico per operare nel settore della cura professionale del tessile ma anche quello fondamentale delle Associazioni di categoria come Confartigianato nella tutela dei diritti delle imprese associate”.

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