MODA E CALZATURIERO A RISCHIO COLLASSO. BENE LA DEROGA ALLA CASSA INTEGRAZIONE MA L'EXPORT IN CALO E LE NUOVE E VECCHIE GUERRE ALL'ORIZZONTE SONO IL PEGGIOR SEGNALE POSSIBILE PER IL 2025
“Una prima risposta tampone che va bene, farà tirare un po' il fiato alle nostre imprese della moda, dal tessile alla calzatura, ma i problemi restano e all'orizzonte sono sempre più gravi”. Così il presidente della Federazione Moda della Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia Gianluca Fascina commenta il piccolo spiraglio arrivato anche per le centinaia di micro e piccole imprese veneziane che, grazie alla decisione del consiglio dei ministri, avranno a breve accesso a risorse per altre otto settimane di cassa integrazione in deroga per il 2024. “Si tratta di un supporto, l'ennesimo, che arriva in aiuto al settore, alle prese con la peggior crisi da inizio secolo e che almeno ci farà arrivare fino al Natale – spiega Fascina – poi non si sa. Passato il Covid, ora è la volta delle grandi tensioni che perdurano in aree strategiche per il mercato della moda come l'area russo-asiatica e il medio oriente, situazioni che hanno congelato mercati importanti che non vengono compensati dalle richieste in arrivo dall'Europa e dagli altri mercati extra Ue, e questa stasi obbliga le nostre imprese a fermarsi e ad utilizzare gli ammortizzatori per non licenziare e chiudere definitivamente, ma le risorse non sono infinite”. La misura varata, comunque, calza a pennello alla dimensione delle imprese veneziane, visto che è destinata ad attività industriali e artigiane operanti nel settore tessile, abbigliamento e calzaturiero con un numero di addetti pari o inferiore a 15, e supplirà all'esaurimento delle 26 settimane di copertura di cassa integrazione già garantite da FSBA. “Ora attendiamo il testo del decreto per capire le modalità operative legate all’erogazione che dovrebbe essere gestita dall’Inps – prosegue Fascina – ma esprimiamo preoccupazione in prospettiva 2025, visto che ad oggi non c'è all'orizzonte una significativa ripresa in arrivo”. Nei primi sei mesi del 2024 c'è infatti stato un calo del -5,3% delle esportazioni, mentre tra gennaio e luglio la produzione è calata del 10,8% e ad agosto le aspettative sugli ordini hanno mostrato un saldo negativo di -7,7% rispetto al -3,5% di giugno. Negative anche le previsioni di assunzione per il trimestre settembre-novembre 2024, con un calo del -5,6% rispetto al 2023. “Di fronte a questa situazione – conclude Fascina – il nostro appello è doppio; da un lato alle grandi maison miliardarie e alle committenze di mantenere un minimo di ordinativi in essere, dall'altro al Governo, che attui altre misure sollecitate a livello nazionale come la sospensione dei versamenti tributari per le imprese in crisi, l'applicazione della moratoria sul rientro dei prestiti garantiti e l’aumento del 50% dell’aiuto di Impresa 4.0, semplificando le procedure di accesso ai prestiti per partecipare alle fiere, fondamentali per trovare nuovi clienti e per incentivare la patrimonializzazione delle imprese, in modo che possano investire”. Una presa di posizione infine arriva da Adriano Agostini capo categoria del settore moda abbigliamento e calzaturiero dell’ Associazione Artigiani piccola e media impresa “Città della Riviera del Brenta”. “Si tratta - sottolinea Agostini - di una soluzione utile anche se solo temporanea e va incontro ad aziende e lavoratori dell’area. La crisi del mercato in termini di riduzione degli ordini è sempre più importante e non accenna a diminuire. Proprio per questo infatti è importante che arrivi al più presto una ripartenza per evitare che le piccole e medie imprese perdano maestranze specializzate, rendendo complicata una ripartenza quando la ripresa arriverà. E’ importante fra le piccole e medie imprese del settore fare rete e trovare soluzioni condivise anche a livello distrettuale”
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