Turismo. Con la stagione 2025 alle porte le considerazioni del Presidente dei balneari Franco Zane

Crisi di mano d'opera, incertezza sul futuro, crollo dei tradizionali mercati; anche per le imprese del solido settore del turismo costiero veneziano, la stagione in arrivo è ricca di incognite. “Se da un lato siamo sicuri che comunque la stagione andrà bene, dall'altro le difficoltà nel comparto non sono poche” fotografa Franco Zane, Presidente del neo costituito Gruppo di Mestiere Imprese Demaniali di Confartigianato Imprese Veneto. “Per quanto riguarda il personale di spiaggia rimane la cronica carenza di bagnini che sono personale obbligatorio; ne mancano uno su tre. Grande difficoltà anche per le strutture ricettivo alberghiere, dove continuano a latitare le figure professionali soprattutto tra cuochi, barman e camerieri, dove ne mancano uno su due”. Una rincorsa contro il tempo, quella al personale mentre la stagione è ormai alle porte, che sta mettendo in difficoltà un intero settore “Che in provincia di Venezia pesa parecchio. Totalmente sulle 7mila imprese artigiane del territorio il 18,9% è legato direttamente ai flussi turistici e al turismo – spiega il presidente della Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia Siro Martin - una media che ci vede al quindicesimo posto in Italia per il numero di imprese coinvolte dalla domanda turistica. La carenza di personale qualificato è ormai cronica in tutti i settori, e alle difficoltà degli imprenditori di organizzarsi, si sommano le crisi economiche in paesi come l'Austria, la Germania che rappresentavano da sempre un tradizionale cliente estivo e gli scenari internazionali sempre più ambigui, tra caro energia e assetti geopolitici che stanno mutando in maniera rapidissima ed imprevedibile”. E proprio per compensare la mancanza dei turisti tedeschi ed austriaci “Che i tour operator locali hanno spinto come non mai la promozione del territorio costiero veneziano verso i paesi dell'est Europa, sperando in una compensazione – spiega Zane –. Sempre dalle indicazioni che arrivano in base alle prenotazioni in arrivo, non mancheranno poi gli italiani, ma anche qui stanno cambiando le abitudini. Soggiorni sempre più corti concentrati magari nei fine settimana e comunque di breve durata, di poco superiori ai 3 giorni, che trasformeranno le località balneari in cittadine semi affollate durante la settimana e pienissime nei weekend”. Riguardo il fronte degli aumenti per i turisti di costi e tariffe “La percentuale più alta sarà a Caorle, si parla di un +7-8% legato al fatto che non c'erano mai stati adeguamenti importanti negli ultimi anni, cosa che invece aveva fatto l'anno scorso Jesolo dove quest'anno si stimano aumenti più moderato, sul +2-3%, come a Bibione”.
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DAZI CONFERMATI
Martin: “Già persi in 2 anni quasi 100 milioni di export verso gli USA (-13,4%). Subito misure per trovare nuovi mercati più rispettosi e l’Europa deve uscire da questa situazione di sudditanza e proporre una terza via facendo forza sulla propria storia e cultura democratica”