Il distretto della calzatura e del manifatturiero sotto pressione
“Una richiesta che siamo fiduciosi venga accolta, anche per non sprecare inutilmente quanto finora fatto per il settore”. Così il presidente della Federazione Moda Gianluca Fascina accoglie la proposta fatta al Governo –e che ha buone possibilità di essere accolta- dalla Confartigianato Nazionale per un ulteriore incremento di 8 settimane per il 2025, di cassa integrazione FSBA per le imprese artigiane della filiera moda. Un sollecito molto importante che qui riguarda centinaia di imprese sparse in provincia e lungo la Riviera del Brenta e migliaia di lavoratori.
“Tecnicamente è una ulteriore apertura dopo l’estensione di 8 settimane già richieste, e concesse, per il 2024. Si tratta di un importantissimo segnale di attenzione verso il settore moda che speriamo arrivi dalle istituzioni perché va a salvaguardare il vero patrimonio delle imprese artigiane e della filiera nel suo complesso: le altissime professionalità degli addetti. Addetti già impossibili da rimpiazzare oggi e che se escono dal comparto rischiano di impoverirlo per sempre. Il settore però, ha bisogno di una risposta da parte di tutto il sistema e non solo della politica. L'eccellenza mondiale della nostra calzatura non sopravviverà grazie ai soli sussidi che, seppur utilissimi, non bastano”.
Fascina condivide l’analisi fatta in questi giorni da una delle principali sigle sindacali. La grande crisi della filiera moda esplosa con il Covid, aggravata dal caro energie e letteralmente fatta deflagrare dalle guerre in est Europa e Medioriente, va affrontata con sincronismo e maturità da parte di tutti gli attorti della filiera “Filiera che esprime il meglio del made in italy nel mondo e che va' supportata anche da chi negli anni si è arricchito grazie ai nostri servizi”. Il riferimento è alle case di moda, “E in particolare alle grandi firme che strozzano i committenti con l’imposizione di prezzi talmente bassi che sono impossibili da essere accettati da chi lavora nella legalità ma solo da chi sfrutta i lavoratori in nero e tutte le forme di illegalità che avvelenano il settore e danneggiano pesantemente chi lavora nel rispetto delle leggi”. Per il settore Calzaturiero, invece, “serve un patto etico di filiera locale – incalza Adriano Agostini capo categoria del settore Moda Abbigliamento e Calzaturiero dell’ Associazione Artigiani piccola e media impresa “Città della Riviera del Brenta” - una sorta di istituzione di una shoes-valley, sul modello di quella dei motori emiliana, basata su uomini, competenze e territorio. Un patto in cui il Sistema moda Veneto nel suo complesso riconosca che il concetto di valore di una filiera integra come la nostra passa attraverso i valori della trasparenza, della legalità, fondandosi sul rispetto di chi realizza il prodotto, coinvolgendo soprattutto la Regione Veneto nel rafforzamento legale di tutti questi delicati passaggi”.
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